La caduta di Loch
Podcast:
Non credo che mi rimanga molto tempo da passare su questa terra devastata che ha ospitato la mia misera esistenza.
Sento che la vita sta lentamente abbandonando le mie stanche membra e ben presto potrò congiungermi con il sommo signore e le schiere di santi che ho sempre servito da quando ne ho memoria.
Quello a cui ho assistito questa notte mi ha profondamente turbato e voglio che queste mie ultime poche parole siano da monito per tutte le sventurate anime che si ritroveranno a vagare per questa città dannata.
In questa gelida notte invernale ho visto con i miei occhi aprirsi le porte dell’Inferno, ho visto le fauci del male più assoluto ghermire le genti di questa città e ho assistito alla follia primordiale che governa questo abisso infernale.
Come ogni sera avevo abbandonato il monastero per recarmi al Concilio cittadino per assistere agli interrogatori degli eretici che negli ultimi mesi appestavano anche il nostro tranquillo borgo, sperduto tra le montagne. Avevo finito le mie funzioni e stavo percorrendo la strada maestra per tornare alle mura sacre quando tutta la città venne scossa da un forte boato.
Pur essendo piena notte, una soffusa luce rossa aveva iniziato a pervadere l’aria. Mentre cercavo di tranquillizzare alcuni passanti spaventati dal forte rumore, notai con preoccupazione crescente che un fascio di luce scarlatta fuoriusciva dal monastero, come una lancia luminosa saliva in cielo colorando di rosso le fitte nubi che aleggiavano sopra di noi.
Affrettai il passo per cercare di raggiungere i miei confratelli il prima possibile quando iniziai a sentire l’eco di una lontana litania bisbigliata che sembrava provenire dagli angoli più tenebrosi delle strette stradine che mi trovavo a percorrere.
Quella voce indistinta e sussurrata pervadeva l’aria e penetrava nelle orecchie, come se chi la stesse pronunciando fosse proprio al mio fianco ma era udita da tutte le persone che incontravo nel mio tortuoso tragitto verso il monastero.
Le parole erano incomprensibili e, tuttavia, non riuscivo a non ascoltarle. Anche tappandomi le orecchie con le dita quelle frasi sconnesse continuavano ad insinuarsi nella mia mente.
La luce rossastra rendeva surreale tutto quello che mi circondava, persino i luoghi che ben conoscevo ora apparivano tetri e misteriosi.
Man mano che mi avvicinavo al monastero mi imbattei in alcune scene raccapriccianti.
Alcune persone, nel vano tentativo di mettere a tacere quell’oscura litania, si erano amputate i padiglioni auricolari ed ora vagavano barcollanti ed urlanti con rivoli di sangue che gli scorrevano lungo le guance.
L’aria già satura di monotoni sussurri fu a attraversata da grida di dolore e di terrore.
Notai in una piazzetta alla mia destra un gruppo di individui che si agitavano e si spintonavano ma le tenebre mi impedirono di capire da subito quello che stava succedendo. Mi avvicinai guardingo e quello che vidi mi sconvolse.
In mezzo al cerchio di uomini e donne esagitati c’erano altri uomini completamente nudi accovacciati sopra ad un cadavere sventrato. Questi uomini privi di indumenti, completamente imbrattati di sangue e fluidi corporei, stavano divorando forsennatamente gli intestini che fuoriuscivano dalla salma.
Le persone che li circondavano apparivano come in trance, si accalcavano e si spintonavano in una danza frenetica . I loro sguardi erano persi nel vuoto a fissare quella macabra scena. Le loro bocche erano schiumanti.
Mentre paralizzato assistevo a quella scena nauseante mi accorsi che tutti i presenti, me compreso,ripetevano ad alta voce quell’assurda e incessante litania. Appena me ne accorsi mi portai le mani alla bocca e mi sforzai di smettere di parlare.
Iniziai a correre nel disperato tentativo di raggiungere i miei confratelli per cercare di capire che cosa stesse succedendo.
Nelle strade regnava il caos: molti edifici erano stati dati alle fiamme, corpi mutilati giacevano sparsi sul selciato. Gruppi di uomini nudi stavano combattendo con sassi e pietre, sembrava che tutti fossero dominati da un’insensata frenesia isterica e distruttiva.
Cercando di evitare gruppi di invasati che uccidevano e mutilavano ogni essere umano che riuscivano ad individuare, arrivai finalmente davanti al monastero.
L’antico edificio era stato lacerato da una potente esplosione, tutte le vetrate colorate erano andate in frantumi, il tetto era crollato e dal centro del monastero fuoriusciva un fascio di luce incandescente che raggiungeva il cielo.
Ero intontito dalla costante litania che ora si era trasformata in un canto corale sempre più assordante.
Tutto intorno a me regnavano morte e follia.
Mi avvicinai barcollante alle possenti porte della chiesa. Stranamente non le trovai sbarrate come avrebbero dovuto essere. Senza fatica riuscii a socchiudere un’anta e scivolare all’interno della costruzione..
In quel momento tutti i rumori che martellavano la mia mente cessarono.
L’ambiente era illuminato da un’intensa luce rossa che sembrava provenire da ogni direzione ma, escluso questo strano particolare, tutta la chiesa sembrava intatta: lLe volte finemente affrescate si ergevano in tutta la loro magnificenza sopra alla mia testa e dalle altissime vetrate colorate che decoravano le pareti filtrava una tenue luce calda.
L’aria piacevolmente tiepida dell’ambiente era satura di incenso, tutto sembrava avvolto da una sottilissima coltre di nebbia che rendeva vaghi i contorni degli oggetti su cui posavo gli occhi.
Mentre percorrevo la navata centrale notai con stupore che negli scanni del coro erano seduti i miei confratelli, indossavano le tuniche rosse da cerimonia e sembrano intenti a pregare. Affrettai il passo e avvicinandomi a loro, mentre la nebbia si diradava lentamente, constatai con orrore che rimaneva ben poco di quei monaci: i loro corpi erano bloccati in pose innaturali ed oscene, le orbite degli occhi vuote e carbonizzate, le bocche spalancate in grida silenziose.
Non riuscii a trattenere un urlo disperato osservando quella scena surreale; la mia voce echeggiò per tutte le navate.
I corpi dei miei confratelli iniziarono a sgretolarsi come se fossero fatti di sabbia ed io iniziai ad indietreggiare determinato ad uscire il prima possibile da quel luogo sconsacrato e maledetto. Stavo muovevo quei timidi passi verso l’uscita quando vidi con orrore che il pavimento era cosparso di sangue che sembrava ribollire. I sussurri indistinti di quella sconclusionata litania ripresero e proprio in quel momento la terra iniziò a tremare. La chiesa iniziò a collassare ed io mi misi a correre nel disperato tentativo di raggiungere l’uscita.
Mi sono risvegliato qualche ora dopo.
Una colonna crollando mi ha travolto ed ora le mie gambe giacciono inermi sotto di essa. Sono bloccato da questo pilastro a che ha maciullato i miei arti, il sangue esce copiosamente e sono consapevole che tra poco tutto sarà finito.
Le forze mi stanno abbandonando e tra poco non riuscirò più a scrivere.
Ho sentito delle donne urlare disperate s che l’antica torre di astronomia è franata nel baratro. Sembra che Loch sia stata spazzata via in una sola notte ed io non ho potuto fare altro che assistere a questi inspiegabili eventi.
Non sarebbe dovuto succedere questo. Gli Antichi Signori ci avevano garantito la salvezza della città in cambio delle nostre azioni scellerate.
Paghiamo per la follia dei nostri studi sulle arti arcane?
Le forze mi abbandonano, tuttavia davanti a me non vedo la luce avvolgente della volta celeste ma l’oscuro oblio della fossa infernale.
Le fauci delle tenebre si stanno avvinghiando alla mia anima
il fetore maleodorante delle follia primordiale
oscurità e terrore
oblio

